venerdì 12 ottobre 2012

Cronaca del bambino conteso: l'opinione di psicologi e psichiatri

La cronaca è ormai nota. Un ragazzino nel padovano viene affidato al padre con una ordinanza della sezione Minori della Corte d'Appello di Venezia e un video, mandato in onda a Chi l'ha visto, testimonia che viene portato via a forza da scuola dalle forze dell'ordine. Si scatena la protesta in rete e intervengono anche i rappresentanti delle istituzioni.
 
In questi giorni si sono sentiti molti dibattiti, si sono avanzate delle ipotesi e ognuno si è sentito dentro o fuori dal coro di indignati. Vi proponiamo il punto di vista e il personale parere di uno psicologo.
Spiega: "ora mi dispiace se a qualcuno sembrerò corporativo, ma io, avrei chiamato uno, due, tre, psicologi, tutti quelli che sarebbero occorsi, per una mediazione fra i genitori e per tranquillizzare il bambino. Ci avrei lavorato giorni".

http://www.style.it/mamma/i-consigli-degli-esperti/2012/10/11/sindrome-di-pas-bambino-cittadella-prelevato-da-scuola-dalle-forze-dell-ordine.aspx


Lo psichiatra Tonino Cantelmi: "Nessun adulto ha fatto un passo indietro davanti al dolore del piccolo". "Siamo di fronte a un sistema malato di adulti, che agiscono i conflitti sui bambini".
«Ciò che sorprende - spiega Cantelmi - è l’incapacità di tutti gli adulti coinvolti nella vicenda di creare un minimo di contesto che aiutasse questo bambino a decodificare una situazione che a lui risulta incomprensibile. Nessun adulto, né la polizia, né gli assistenti sociali, né i familiari presenti, né il padre - denuncia l’esperto - si è fermato di fronte al dolore di questo bambino e ha cercato di trovare una soluzione». Questo significa, per lo psichiatra, che «non siamo in grado di fermarci, perché i conflitti degli adulti sono vissuti e agiti sui bambini. È un dato di cui siamo tutti colpevoli, soprattutto perché incapaci di gestire i conflitti se non attraverso questa modalità, che rende i minori vittime esclusive degli errori degli adulti».

http://www.romasette.it/modules/news/article.php?storyid=9109


Voi cosa ne pensate?

2 commenti:

  1. Sicuramente gli adulti coinvolti han gestito in modo inadeguato la situazione (x q.to si e' capito dai media) In alcune situazioni particolari le mediazioni xro' non sono possibili,e' necessario un intervento coatto e se la corte d'appello l'ha deciso questo avra' avuto dei buoni motivi!!certo queste azioni vanno gestite con delicatezza e intelligenza da parte delle forze dell'ordine e dai servizi sociali (c'erano??)

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  2. Ciao anonimo, hai centrato in pieno la questione.Non mi sento di giudicare il motivo per cui si è arrivati a prendere questa decisione perchè non si conoscono le dinamiche di questa storia familiare e ognuno sentendo sia la madre sia il padre stanno difendendo la loro posizione. Il problema è proprio la modalità con cui questo intervento sia avvenuto e come non sia stata tutelata la vita di questo bambino che adesso si trova in una casa famiglia allontanato dai suoi affetti, dalla sua quotidianità e ancora più solo e abbandonato a se stesso. In futuro questo bambino potrà avere altre gravi conseguenze per quello che ha subito oltre che per la situazione familiare già molto dolorosa: questo è salvaguardare i diritti e la vita di un bambino?Quale soluzione si poteva trovare?Le domande sono tante e la giustizia forse dovrebbe tenere un pò più in conto la parte dei sentimenti, degli affetti, non solo essere fredda applicazione delle leggi e delle norme ma salvaguardare la vita prima di tutto...

    Alessandra

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