sabato 13 ottobre 2012

Ma cosa è questa PAS di cui si parla tanto?


In questi giorni sentiamo parlare di PAS in tutti i telegiornali. Essa viene rivendicata come la causa che ha portato ad allontanare in quel modo il piccolo Leonardo dalla sua mamma, da cui non voleva separarsi. Ma cosa si intende con questa sigla?
La PAS, o Sindrome di alienazione genitoriale, è una sindrome individuata dallo psichiatra Richard Gardner intorno agli anni '80. Essa si caratterizza per un rifiuto immotivato di un figlio a mantenere un legame con il genitore non affidatario. Il processo viene attuato dal genitore a cui il bambino è affidato, il quale intraprende una battaglia silenziosa per "demolire" l'altro genitore ed eliminare ogni tipo di relazione tra lui e il figlio. Quest'ultimo, con il passare del tempo, assume il ruolo del cosiddetto "pensatore indipendente", cioè inizierà autonomamente a prendere le distanze dal genitore non affidatario, credendo realmente che esso è un cattivo genitore.
Gardner sostiene che i sintomi presenti nel figlio sono:
  1. Campagna di denigrazione (nei confronti del genitore)
  2. Razionalizzazioni deboli, superficiali, assurde
  3. Mancanza di ambivalenza
  4. Fenomeno del pensatore indipendente
  5. Mancanza di sostegno al genitore alienato
  6. Mancanza di sensi di colpa
  7. Scenari presi in prestito
  8. Estensione dell'ostilità (famiglia allargata)
  9. Difficoltà di transizione durante le visite
  10. Comportamento durante le visite
  11. Legame con il genitore alienante (precedente)
  12. Legame con il genitore alienato

Egli, dunque, definisce la PAS non solo come un lavaggio del cervello (programmazione), perchè vi è il personale contributo del bambino alla vittimizzazione del genitore “bersaglio”. Gardner individuò tre livelli di intensità della PAS, che definisce lieve, moderata e grave, tra cui vi è una continuità.

E' importante sottolineare che la Sindrome di Alienazione Genitoriale non è annoverata tra i disturbi mentali, e quindi non presente nel DSM IV.




5 commenti:

  1. La sindrome descritta, mi pare, sia una mera opinione clinica, motivata, verosimile, ma pur sempre un'opinione. A buon diritto tale sindrome non compare nel dsm, non si tratta quindi di una malattia, o disturbo mentale. A mio modo di vedere, prendere decisioni che riguardano la libertà personale di terzi sulla sola base di un'opinione è sbagliato.

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  2. Grazie per la precisa descrizione della sindrome PAS. Per altro mi risulta anche difficile pensare che un valido psichiatra e ricercatore come Gardner abbia dato il via a soprusi di questo genere. Forse non era nelle sue intenzioni. Non conosco la questione approfonditamente, ma ritengo che abbia posto l'ipotesi e la possibilità che quanto descritto nella Pas possa accadere, senza determinare però vincoli: il CTP può anche proporre tale ipotesi, ma il suo accertamento, e fino alla sua affermazione in sentenza del giudice, è inconcepibile per la psicologia, e credo anche per la giurisprudenza. E, sempre riferendosi al caso Lorenzo, a me risulta dai giornali che lo psichiatra di parte fosse presente, e anche alla guida, della cattura. perché di cattura si tratta. I provvedimenti sono pensati nei confronti dell'ispettrice di Polizia, ma non anche verso tale figura, che poi è un figuro.

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  3. Ciao Francesco e Roberto, grazie dei contributi, concordo pienamente col vostro pensiero. Come dici bene tu Francesco, la PAS non è riconosciuta dal DSM, e quindi non è considerata un disturbo mentale. Credo che il dibattito sia ancora aperto e ci vorrà molto tempo per arrivare ad un accordo. Quello che mi chiedo è se, comunque, si sia agito nel modo corretto: come Roberto, credo che si sia trattato di una e vera propria cattura. Anche se l'esistenza della PAS dovesse essere confermata, l'allontanamento coatto è l'unica soluzione possibile? Cosa ne pensate?

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  4. Come ho scritto in altro commento, la si chiami come si vuole, ma è normale che un bambino (come accadrebbe, per altro, ad un adulto) sottoposto a sentire continuamente opinioni denigranti da un genitore nei confronti dell'altro viene influenzato, ed essendo la mente di un bambino molto più influenzabile di quella di un adulto la profondità di tali convinzioni è maggiore.

    Altresì è necessario fare altra chiarezza, il CTU fa una fotografia della situazione, sulla base delle sue conoscenze tecniche, sarà poi il Giudice a decidere (potendosi discostare dalla relazione peritale). Tantè che è dato alle parti di affiancare il CTU con dei CTP che possono richiedere chiarimenti sulla relazione.

    Nel caso specifico, poi, che la situazione sia stata gestita in pessimo modo è palese a tutti, ma la pessima gestione è partita innanzitutto dai genitori che, incuranti del prezzo che il bambino pagherà da adulto, hanno anteposto le loro volontà, interessi e rancore all'interessi del loro unico figlio.

    Iacopo Savi

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    1. Ciao Iacopo, come abbiamo avuto più volte modo di dirci, condivido pienamente il tuo pensiero. Permettimi di fare solo una piccola precisazione: la mente dei bambini non è molto più influenzabile di quella di un adulto. Ma questo non perchè i bambini non siano influenzabili, ma perchè noi adulti, come ci spieghi bene tu, lo siamo ugualmente e nella stessa misura. Quante donne e quanti uomini vivono situazioni di maltrattamento da cui non solo non riescono a uscire, ma di cui non si accorgono nemmeno la gravità? Quante persone accettano condizioni di vita improponibili, senza rendersi conto di essere vittime di menti manipolatorie?
      E' un tema che mi sta molto a cuore, perchè i bambini sono persone e come tali vanno considerate. I bambini, purtroppo, hanno solo meno armi per difendersi, in primis la mentalità ancora troppo diffusa secondo la quale un bambino non capisce e non vive le situazioni come gli adulti.

      Annabell

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