venerdì 28 dicembre 2012

La poesia di una bimba alla sua maestra: le rime di un Nonno


Oggi vogliamo proporvi la poesia che una bimba di sei anni ha lasciato alla sua maestra, congedandosi dall'asilo nido. La poesia è stata scritta da un Nonno...un nonno con la N maiuscola. La poesia si intitola "Alla mia maestra".


Alla mia Maestra

Sono entrata nell’asilo con l’indugio           Ma altri nobili valori ho sottratto
di ritrovarmi in un posto d’appiglio            dal tuo  generoso precetto:
o vittima di un infantile posteggio              quello “alto” dell’altrui rispetto,
oppure di similar forma di ripiego              pregio di cui son ancor in difetto,
per consentir alle mamme l’impiego           e la cieca fiducia in un avvenire
affidando ad una maestra il supplizio         su cui la mia vita dovrò investire
e spogliandosi, lor, di puerile capriccio.      e che, con calma, dovrò aspettare.

Nel tempo a far seguito ho scoperto,         Per questo mirabile obiettivo raggiunto,
e ciò dagli altri forse è sottovalutato,          visto il mio mondo in tre anni evoluto
che lo scopo del tuo insegnamento            grazie all’esclusivo tuo onere impiegato,
non si limitasse solo nella custodia            sospetto che tu sia venuta d’altro posto
e nel controllo di creatura mandria            se non, addirittura, caduta dall’”Alto”
ma constasse nel darci umana foggia,         poiché, nonostante il duro contrasto,
da te modellata con cura e dovizia,            hai frenato il mio impulsivo spirito

seguendo un universale principio              facendo il ricorso ad un portento
valso più di un semplice consiglio             sottoveste d’una maestra benedetta
che nell’avvenire sarà da esempio              armata della sopportazione esatta
da non occultare in un ripostiglio              ed impersonata da Meconi Elisabetta
e indossare qual prezioso vestigio.            che ringrazio con solenne promessa:

Della tua santa pazienza m’hai nutrito        “Quando il tempo, passando in fretta,
mentre io impiegavo ogni strumento          mi avrà trasformato in ragazzetta
per divorare il tuo indulgente spirito;         dell’asilo nido non farò disdetta:
corrodendo avidamente la tua persona       di quel “tanto” che ho imparato
immolata al sacrificio per una bambina       da quel “tutto” che m’hai insegnato
che hai educato senza risparmiar riserva     e non obliando il felice periodo
purché diventasse più rispettosa e brava.    trascorso in un piccolo asilo nido

Tutto quello che da te ho appreso              poiché nel tuo amorevole ricordo
lo porterò gelosamente appresso                il mio pensiero più veloce s’affretta
‘finché si riveli un incentivo ”spesso”         per condurmi ad una maestra perfetta
per un affrontar del domani vicino             che, con caldo o freddo, ogni mattina
con qualche mio sacrificio in meno            puntualmente sbarcava da Canepina.
avendo il tuo insegnamento spianato         Giammai stimolata dal vicino miraggio
il mio futuro che di già s’è presentato.        di trarre qualche spicciolo di vantaggio

Varcando il traguardo della prima soglia     ma in compagnia di un impavido coraggio
con il bagaglio dei rudimenti necessari        rivelatosi nell’invidiabile generosità schietta
non accederò sprovveduta e spoglia           di chi d’altro sommo patrimonio non difetta
nell’affrontare i venturi sentori                   giacché ne è sazia la propria vera ricchezza:
delle prossime classi elementari.                di colei che sol d’amore ha colma la borsetta!”

                                                             Un’incommensurabile grazie cara Elisabetta”
                                                             Luna Fazioli con la complicità di mamma Orsetta.

     Vasanello, 19 maggio 2012



Una poesia che tocca il cuore: ci piacerebbe, sulla spinta di queste rime, riflettere sull'influenza dei familiari a completamento dell'educazione nel rapporto fra maestra ed alunno. E voi, cosa ne pensate?



Nessun commento:

Posta un commento