Oggi
vogliamo proporvi la poesia che una bimba di sei anni ha lasciato alla sua
maestra, congedandosi dall'asilo nido. La poesia è stata scritta da un
Nonno...un nonno con la N maiuscola. La poesia si intitola "Alla mia
maestra".
Alla
mia Maestra
Sono entrata nell’asilo con l’indugio Ma altri nobili valori ho sottratto
di ritrovarmi in un posto d’appiglio dal tuo generoso
precetto:
o vittima di un infantile posteggio quello “alto” dell’altrui rispetto,
oppure di similar forma di ripiego pregio di cui son ancor in difetto,
per consentir alle mamme l’impiego e la cieca fiducia in un avvenire
affidando ad una maestra il supplizio su cui la mia vita dovrò investire
e spogliandosi, lor, di puerile capriccio. e che, con calma, dovrò aspettare.
Nel tempo a far seguito ho scoperto, Per questo mirabile obiettivo raggiunto,
e ciò dagli altri forse è sottovalutato, visto il mio mondo in tre anni evoluto
che lo scopo del tuo insegnamento grazie all’esclusivo tuo onere
impiegato,
non si limitasse solo nella custodia sospetto che tu sia venuta d’altro
posto
e nel controllo di creatura mandria se non, addirittura, caduta
dall’”Alto”
ma constasse nel darci umana foggia, poiché, nonostante il duro contrasto,
da te modellata con cura e dovizia, hai frenato il mio impulsivo spirito
seguendo un universale principio facendo il ricorso ad un portento
valso più di un semplice consiglio sottoveste d’una maestra benedetta
che nell’avvenire sarà da esempio armata della sopportazione esatta
da non occultare in un ripostiglio ed impersonata da Meconi
Elisabetta
e indossare qual prezioso vestigio. che ringrazio con solenne promessa:
Della tua santa pazienza m’hai nutrito “Quando il tempo, passando in fretta,
mentre io impiegavo ogni strumento mi avrà trasformato in ragazzetta
per divorare il tuo indulgente spirito; dell’asilo nido non farò disdetta:
corrodendo avidamente la tua persona di quel “tanto” che ho imparato
immolata al sacrificio per una bambina da quel “tutto” che m’hai insegnato
che hai educato senza risparmiar riserva e non obliando il felice periodo
purché diventasse più rispettosa e brava. trascorso in un piccolo asilo nido
Tutto quello che da te ho appreso poiché nel tuo amorevole ricordo
lo porterò gelosamente appresso il mio pensiero più veloce
s’affretta
‘finché si riveli un incentivo ”spesso” per condurmi ad una maestra perfetta
per un affrontar del domani vicino che, con caldo o freddo, ogni
mattina
con qualche mio sacrificio in meno puntualmente sbarcava da Canepina.
avendo il tuo insegnamento spianato Giammai stimolata dal vicino miraggio
il mio futuro che di già s’è presentato. di trarre qualche spicciolo di vantaggio
Varcando il traguardo della prima soglia ma in compagnia di un impavido coraggio
con il bagaglio dei rudimenti necessari rivelatosi nell’invidiabile generosità
schietta
non accederò sprovveduta e spoglia di chi d’altro sommo patrimonio non
difetta
nell’affrontare i venturi sentori giacché ne è sazia la propria
vera ricchezza:
delle prossime classi elementari. di colei che sol d’amore ha colma
la borsetta!”
Un’incommensurabile
grazie cara Elisabetta”
Luna
Fazioli con la complicità di mamma Orsetta.
Vasanello,
19 maggio 2012
Una
poesia che tocca il cuore: ci piacerebbe, sulla spinta di queste rime,
riflettere sull'influenza dei familiari a completamento dell'educazione nel
rapporto fra maestra ed alunno. E voi, cosa ne pensate?
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