giovedì 18 ottobre 2012

Altra storia di un bambino conteso a Brindisi: non può andare a scuola

BRINDISI - Il bambino conteso non può andare a scuola perché formalmente non è affidato al padre. Anzi, il giudice del tribunale per i minori di Taranto che sta seguendo la vicenda (nella prossima udienza sarà assegnato incarico al perito) nelle scorse settimane ha incaricato i carabinieri di prelevare il bambino dalla casa paterna, a Brindisi, e riportarlo dalla madre che risiede in un comune del Tarantino. Il bambino non era in casa. Il padre lo aveva portato altrove. «Piuttosto mi faccio arrestare ho detto ai carabinieri – afferma F. C. - ma mio figlio non lo faccio ritornare dalla madre perché non vuole stare con lei». E per il momento, in attesa che il giudice si pronunci sulla vicenda, per evitare danni al piccolo, la vicenda è congelata.

Ma non può andare a scuola, perché non ha la residenza a Brindisi e per poterlo fare occorre il nulla osta del circolo didattico del Comune di residenza. Che al momento non arriva perché la direttrice, stando a quanto affermato dal padre del piccolo, ritiene che fargli cambiare scuola e compagni potrebbe turbare la sua mente.


In queste storie il problema più importante non è certamente la verità della madre o del padre, che sono sempre relative e condizionate. Il problema sono i figli che già subiscono la mancanza della presenza fisica costante di uno dei genitori. A questo si aggiungono le liti feroci di padre e madre, le pressioni di una parte o dell’altra, o di entrambe, con il contorno di dover rispondere alle domande di carabinieri o poliziotti e giudici. Esattamente quello che sta accadendo al bambino di Brindisi che non può andare a scuola. E non solo, non può godere dell’affetto di entrambi i genitori.

Dopo la storia del bambino di Padova, sentire altri casi di bambini contesi fa riflettere sempre di più sull'importanza di proteggere i figli durante il momento della separazione dalle lotte tra i genitori che li usano come un'arma in un campo di battaglia aperto provocando ulteriore sofferenza e dolore . Voi cosa ne pensate? Come si può salvaguardare i bambini dalla tragica lotta di cui sono vittime?




http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=560751&IDCategoria=1

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