domenica 30 settembre 2012

"No, no e no!": cosa possono fare i genitori di fronte al terribile "Periodo dei no"

Essere genitori, si sa, è il mestiere più complesso del mondo. Ci sono dei momenti, però, che sembrano essere più impegnativi di altri...avete presente la cosiddetta "Terrible Two", come la chiamano in inglese?

Intorno ai 24 mesi, infatti, inizia a svilupparsi nel bambino il cosiddetto "Periodo dei no", una fase in cui il bambino sembra opporsi a qualsiasi richiesta dei genitori, diventando cocciuto, disobbediente e, spesso, provocatorio. Anche se è una fase molto stressante per il genitori, essa ha un ruolo fondamentale per lo sviluppo del bambino, in quanto determina lo strutturarsi della sua identità autonoma e indipendente. Di fronte a richieste a cui il bambino fino a pochi giorni prima non opponeva resistenza, ora lo si vede urlare, fare i capricci e buttarsi per terra, ripetendo in modo deciso "No, no e no!".


Cosa possono fare i genitori di fronte alla continua opposizione dei figli?

Prima di tutto è bene ricordarsi che questa fase è del tutto normale e fisiologica nello sviluppo dei bambini, e quindi non deve essere vissuta da mamma e papà come un affronto personale nei loro confronti. I genitori non devono spaventarsi di fronte a queste nuove reazioni dei figli, ma comprenderle in quanto momenti fondamentali per la definizione della propria identità e della propria autonomia: con l'opposizione all'autorità adulta, il bambino esaspera la sua indipendenza, soprattutto rispetto alle figure genitoriali, con le quali, soprattutto quella materna, ha avuto fino a quel momento un legame molto stretto.


Di fronte alle opposizioni dei bambini è sconsigliato banalizzare o screditare il loro comportamento, ma è necessario cercare di comprenderle, riconoscendo loro come persone  autonome. Di fronte a reazioni di rabbia e frustrazione, è fondamentale riconoscere le emozioni esperite, aiutandolo ad esprimerle anche a parola. Il ruolo del genitore è quello di contenitore delle emozioni del figlio. E' importante per il bambino essere riconosciuto, con le sue posizioni e le sue idee: in questo modo si conferma la sua personalità e indipendenza, aiutandolo nello sviluppo della propria identità autonoma.


Dott.ssa Annabell Sarpato


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