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Intorno ai 24 mesi, infatti, inizia a svilupparsi nel bambino il cosiddetto "Periodo dei no", una fase in cui il bambino sembra opporsi a qualsiasi richiesta dei genitori, diventando cocciuto, disobbediente e, spesso, provocatorio. Anche se è una fase molto stressante per il genitori, essa ha un ruolo fondamentale per lo sviluppo del bambino, in quanto determina lo strutturarsi della sua identità autonoma e indipendente. Di fronte a richieste a cui il bambino fino a pochi giorni prima non opponeva resistenza, ora lo si vede urlare, fare i capricci e buttarsi per terra, ripetendo in modo deciso "No, no e no!".
Cosa possono fare i genitori di fronte alla continua opposizione dei figli?
Prima di tutto è bene ricordarsi che questa fase è del tutto normale e fisiologica nello sviluppo dei bambini, e quindi non deve essere vissuta da mamma e papà come un affronto personale nei loro confronti. I genitori non devono spaventarsi di fronte a queste nuove reazioni dei figli, ma comprenderle in quanto momenti fondamentali per la definizione della propria identità e della propria autonomia: con l'opposizione all'autorità adulta, il bambino esaspera la sua indipendenza, soprattutto rispetto alle figure genitoriali, con le quali, soprattutto quella materna, ha avuto fino a quel momento un legame molto stretto.
Di fronte alle opposizioni dei bambini è sconsigliato banalizzare o screditare il loro comportamento, ma è necessario cercare di comprenderle, riconoscendo loro come persone autonome. Di fronte a reazioni di rabbia e frustrazione, è fondamentale riconoscere le emozioni esperite, aiutandolo ad esprimerle anche a parola. Il ruolo del genitore è quello di contenitore delle emozioni del figlio. E' importante per il bambino essere riconosciuto, con le sue posizioni e le sue idee: in questo modo si conferma la sua personalità e indipendenza, aiutandolo nello sviluppo della propria identità autonoma.
Dott.ssa Annabell Sarpato
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