Anche in
Italia sono in aumento le famiglie ricostituite, quelle che derivano dall'unione
di partner provenienti, entrambi o solo uno dei due, da cessati matrimoni,
convivenze o da famiglie monogenitoriali.
Nel nuovo
nucleo sono inglobati i figli nati da unioni precedenti anche se a volte può
accadere che uno solo porti con sé la propria prole e l'altro se ne ha, la lasci
a convivere con il precedente partner.
La
complessità delle relazioni che in questo tipo di famiglia si
viene a creare, richiede sempre la messa in campo di notevoli risorse
per una buona integrazione tra tutti i suoi membri e per la
realizzazione del senso di appartenenza di tutti i suoi componenti, la sfida alla quale l'adulto è chiamato è molto compessa nella relazione con i figli del nuovo compagno/a. Allora, Come porsi?
LE DIFFICOLTA' DEI FIGLI
Riguardano l'integrazione nel nuovo nucleo e la relazione
col genitore biologico non convivente.
Le problematicità variano
secondo le situazioni specifiche e la fase di sviluppo (prima, seconda
infanzia, adolescenza) e danno pertanto luogo a differenti risposte.
Da tenere in grande considerazione è
il forte sentimento di lealtà verso il genitore biologico non
convivente.
Stringere un buon rapporto con
il "genitore acquisito" o semplicemente accettarlo, potrebbero
rappresentare per lui un tradimento e generare sensi di colpa.
Da qui tutta una serie di possibili comportamenti di chiusura e
ostilità verso il nuovo genitore che si trova a dover
sormontare grosse difficoltà nello stabilire una relazione propria con il figlio
acquisito.
Situazioni competitive nelle quali i figli si
sentano oggetto di paragoni sono in ogni caso controindicate al loro benessere e
a quello familiare, al contrario di attenzioni equamente distribuite, idonee
alla costruzione di buoni rapporti, ancora di più se vi è convivenza tra
fratellastri.
I RISCHI
Le difficoltà
incontrate nella costruzione di buone relazioni all'interno della
famiglia ricostituita se non affrontate adeguatamente ma mantenute, rinforzate
e accresciute dalla complessità dei rimandi relazionali, fanno si che
il clima familiare non sia quello più idoneo ad una
crescita sana ed equilibrata dei figli che potrebbero così manifestare
disagi di vario tipo.
Le manifestazioni di
disagio in età evolutiva si esprimono in maniera differente secondo
l'età e l'organizzazione del sistema familiare, ma privilegiano comunque i
canali comportamentali o somatici.
Vale a dire che il bambino manifesta il
proprio disagio attraverso un sintomo somatico o un
disturbo del comportamento.
Anche in adolescenza i
disagi possono manifestarsi attraverso gli stessi canali ma con le debite
differenze dovute ad una diversa maturazione e a questa fase dello sviluppo
particolarmente difficile e complessa di per sé, con
comportamenti anche eclatanti e al
limite.
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