giovedì 23 maggio 2013

La fine della scuola si avvicina: cosa fare dopo? 6 consigli utili

La scuola sta finendo. E l’estate avanza a grandi passi. Almeno per i bambini. Perché per mamme e papà - o almeno per parecchi di loro - le tante sospirate vacanze sono ancora lontane. E prima di godersi una meritata pausa, finalmente tutti insieme, in buona parte delle famiglie italiane c’è un ultimo, notevole, sforzo organizzativo da affrontare. Perché l’obiettivo da raggiungere è duplice: far sì che i propri figli vivano un’estate serena. Ed evitare di farsi prendere da eccessivi sensi di colpa al pensiero di doverli “abbandonare” a vacanze solitarie.
Per affrontare con tranquillità le calde - non solo climaticamente - giornate che verranno, allora, ecco i suggerimenti di Alberto Pellai, psicoterapeuta dell’età evolutiva, medico e ricercatore dell’Università degli Studi di Milano.
 

LA PAROLA CHIAVE DELL’ESTATE: IL PIACERE

“Se “dovere” è la parola chiave del tempo scolastico, quella del tempo estivo dovrebbe essere “piacere”. Non solo per i bambini, ma anche per i genitori insieme a loro. E non solo nelle due/tre settimane che si trascorrono al mare o in montagna, ma anche per il periodo che si passa in città” spiega Alberto Pellai.
“L’idea che dovremmo fare nostra è che tutto ciò che proponiamo ai nostri figli non lo facciamo solo perché “dobbiamo”, costretti dagli impegni lavorativi, ma anche, e soprattutto, perché vogliamo. Perché desideriamo offrire loro esperienze interessanti e stimolanti, ci fa piacere che possano viverle e vogliamo condividerle con loro.
 

PICCOLE VACANZE ANCHE IN CITTA’

Le giornate più lunghe, il cielo azzurro, il traffico meno frenetico e caotico, i parchi aperti fino a tardi. L’estate offre tanti spunti per sentirsi comunque in vacanza, anche se si è ancora in città. “Basta saper fare la differenza, rendere “speciale” anche la routine quotidiana.
E diventare più “accessibili” per i propri figli” riprende Pellai. “La sera, per esempio, perché non cercare di tornare un po’ prima dall’ufficio? E poi fare un giro in bicicletta con i bambini, allungare i tempi di preparazione della cena, magari preparando una pizza tutti insieme, uscire a prendere un gelato o andare a vedere un film in un’arena all’aperto. Nel week end si possono organizzare una gita al lago o un picnic in campagna.
Tante cose che, normalmente, durante i mesi invernali, quando i ritmi sono più intensi per tutti, non si possono fare; ma che, per contro, è bello concedersi in estate. Piccoli gesti che, da soli, fanno già sperimentare il vero senso della vacanza, ovvero il piacere della libertà.

FATELI FANTASTICARE PRIMA DELLA NANNA

Sempre approfittando dei tempi più dilatati, la sera, prima di addormentarsi, è bello potersi ritagliare un momento di chiacchiere con i propri figli.
Per ascoltarli mentre parlano di ciò che hanno vissuto durante la giornata, per farsi parte delle loro nuove esperienze, ma anche per discutere delle vacanze che si faranno tutti insieme, per iniziare a immaginare la meraviglia di ciò che accadrà. Ai bambini piace molto sentire il racconto di ciò che verrà, riuscire a sognarlo a occhi aperti. I racconti creano il percorso del desiderio verso momenti speciali. E l’attesa, così, si fa ancora più magica e intensa.

 DOPO LA FINE DELLA SCUOLA UN PO’ DI SANO OZIO

Alla fine dell’anno scolastico, anche i bambini sono stanchi. Hanno bisogno di recuperare. Compatibilmente con i propri impegni lavorativi, bisognerebbe tenerne conto. “E, se possibile, magari evitare di cominciare proprio subito a riorganizzare le loro giornate” suggerisce ancora Alberto Pellai. Anche a loro - proprio come a noi adulti - piace molto svegliarsi più tardi del solito, fare colazione senza correre, godersi la propria cameretta, i propri giochi”.
Attenzione, però: non totale anarchia nella gestione della loro giornata. Per non correre il rischio che poi, non sapendo bene che cosa fare, finiscano per buttarsi a capofitto nelle attività più semplici da organizzare. Come guardare la tv, per esempio, o usare solo i video giochi. “Spesso, i bambini si concentrano sempre su queste cose non tanto perché le trovano divertenti, ma soprattutto perché non sanno che cos’altro fare, perché non hanno alternative cui dedicare il loro interesse” spiega Pellai.
 
IN VACANZA DA SOLO: SPORT (MA NON COMPETITIVO), NATURA E AMICIZIA
Se durante l’estate si scelgono esperienze fuori casa, non ci si deve concentrare solo sul dove, sul quanto, sul che cosa, ma anche sugli aspetti più profondi di ciò che i bambini affronteranno. Il vero valore, infatti, non sarà solo ciò che i bambini potranno fare, ma soprattutto ciò che rimarrà dentro di loro.
“Per questo, a mio parere, le esperienze migliori sono quelle che permettono di fare sport, di vivere a contatto con la natura e, nel contempo, di scoprire e sperimentare i valori dell’amicizia, della collaborazione, dello spirito di squadra” suggerisce Alberto Pellai.
“A partire da quale età? In linea di massima, intorno ai 9/10 anni un bambino potrebbe essere pronto per vivere la sua prima vacanza da solo. Anche qui, però, possono esserci le eccezioni. Per un bimbo molto timido, per esempio, potrebbe essere necessario aspettare ancora un po’ prima di affrontare un’esperienza così forte. Meglio non forzare troppo la mano, allora. E, se possibile, trovare sempre, comunque, un amico che parta con nostro figlio. In due, il coraggio aumenta notevolmente”.
 
IL CONSIGLIO FINALE: SENTIRSI LIBERI LI RENDERA’ FELICI
E chi, invece, può contare sull’aiuto dei nonni o di una tata? Poter vivere il periodo estivo in casa, in famiglia, è un’ottima opportunità.
“L’ideale è costruire una sorta di schema organizzativo della giornata, che preveda momenti di gioco e di riposo, di movimento e di socializzazione. Proporre idee e attività e poi, ovviamente a seconda dell’età, lasciare che siano il più possibile i bambini a scegliere il momento in cui svolgerle. Sentirsi liberi li renderà felici. E ancora più disponibili a seguire i “suggerimenti” di mamma e papà” conclude Alberto Pellai.
 
 
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