Quando far conoscere il nuovo partner al figlio, come suddividere il tempo senza far sentire nessuno escluso, quando iniziare la convivenza e via dicendo. Questi dubbi e molti altri ci indicano quanto è complessa la situazione.
Alcuni studi statunitensi riportano che la causa principale delle separazioni nelle famiglie ricostituite è da attribuirsi proprio ai figli, i quali non riescono ad accettare il/la nuovo/a compagno/a del proprio genitore e quest’ultimo si trova a dare la precedenza ai figli, sacrificando la propria coppia anche quando essa non è in crisi.
La sfida alla quale è chiamato l’adulto che si relaziona con i figli del partner è molto complessa. Come porsi? Come amico, come “terzo genitore”, come estraneo disinteressato?
Per trovare una risposta, dobbiamo prima delineare la sfera emotiva nel quale vive il figlio acquisito:
solitamente non accetta o accetta con forte disagio la separazione dei genitori e il “nuovo arrivato” sancisce la rottura della separazione: quindi nel loro rapporto si riflette la difficoltà ad accettare un cambiamento così profondo e doloroso;
- il figlio si trova a lottare con il senso di lealtà nei confronti del genitore biologico con il quale non convive.
- nell’età evolutiva, soprattutto nell’adolescenza, il rapporto con i genitori assume caratteristiche conflittuali: il terzo adulto che si inserisce in questo quadro si trova innondato dalle tensioni già presenti, con lo svantaggio di non conoscere fino in fondo l’origine e il tipo di relazioni che lo caratterizzano.
Tenere sempre presente che il bambino o il ragazzo ha già due genitori il cui ruolo è da sostenere risulta fondamentale per stabilire un rapporto onesto e proficuo. Sostituirsi ad essi rischia di creare maggiore confusione e conflittualità.
http://guide.supereva.it/guida_famiglia/interventi/2009/05/famiglie-ricostituite-il-ruolo-dei-genitori-nei-confronti-dei-figli-acquisiti
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